Prospettive della ricerca sulla motivazione sessuale
GIOVANNA REZZONI
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 01 febbraio 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia).
Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società,
la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
La motivazione sessuale è un tradizionale
oggetto di studio della biologia evoluzionistica, la cui importanza nella
nostra specie è accresciuta dalla ricerca sulle basi cerebrali dei processi che
consentono di integrare il bisogno secondario con l’apprendimento culturale che
concettualizza e ridefinisce il comportamento. Questa peculiarità costituisce
la sintesi cerebrale più evoluta di un insieme di differenze fra noi e gli
altri mammiferi che incidono in modo significativo sui caratteri della
motivazione sessuale. Ricordiamo che se la soddisfazione dei bisogni primari,
come alimentarsi, assumere liquidi e proteggersi dalle temperature estreme, è
necessaria per conservare la vita dell’individuo, la soddisfazione di un bisogno
secondario, come la ricerca dell’accoppiamento, è necessaria per la
sopravvivenza della specie; ma la mancata soddisfazione della spinta
riproduttiva non crea danno al singolo individuo.
Il controllo biologico dello stato funzionale
riproduttivo è attuato nei mammiferi da un programma genetico che definisce una
ciclicità contrassegnata da specifici schemi di produzione e rilascio di ormoni
sessuali, che riguarda maschi e femmine (periodo estrale). Il comportamento
che precede e consente l’unione sessuale, compresa la ricerca del partner,
il corteggiamento e l’esibizione di caratteristiche fenotipiche attraenti, si
verifica in coincidenza con i periodi fertili. La ciclicità comporta periodi
dell’anno in cui gli animali non possono riprodursi e, coerentemente, non si
attivano i fixed action patterns dell’accoppiamento.
Considerata la ciclicità mestruale della donna, si può affermare che il maschio
della specie umana è virtualmente l’unico animale che può riprodursi in
qualsiasi momento.
Negli altri mammiferi, inclusi i primati non-umani, comportamento
sessuale equivale a dire comportamento riproduttivo e, dunque, la
motivazione sessuale è parte di uno stato funzionale che pone l’individuo a
servizio della sopravvivenza della specie. La pulsione che induce a cercare l’accoppiamento,
poiché non è generata dal bisogno metabolico ed idro-elettrolitico dei tessuti
di tutto l’organismo come la fame e la sete, è notevolmente “rinforzata” dall’attivazione
del sistema a ricompensa, ossia del circuito neuronico associato al
piacere fisico e alla tendenza a ripetere l’esperienza gratificante. È
interessante notare che questa funzione, pur avendo parte della sua base
neurobiologica in nuclei neuronici filogeneticamente primitivi, si evolve
parallelamente allo sviluppo della neocorteccia. Quasi come se l’evoluzione avesse
tentato di controbilanciare l’espansione dei processi cognitivi, potenzialmente
in grado di ridurre interesse per l’attività riproduttiva, accrescendo nei
primati più evoluti, e particolarmente nella nostra specie, l’attività del
sistema a ricompensa associata alle sollecitazioni erotiche.
La differenza biologica più evidente fra la dimensione
sessuale umana e la regolazione della fisiologia riproduttiva degli animali a
noi più prossimi, consiste proprio in questa emancipazione della nostra specie
dalla stagionalità ormonale e dalle condotte stereotipate; con l’assunzione da
parte dei processi psichici di ordine superiore della regolazione dell’espressione
del comportamento sessuale. Questo livello evolutivo consente di integrare il
valore biologico della riproduzione con i valori culturali, sociali,
individuali, affettivi ed emozionali che possono conferire significati, a
persone e circostanze, secondo una gamma estesa e complessa di combinazioni. Il
giudizio del singolo, che operativamente semplifichiamo nei termini di un’operazione
cognitiva, implica scelte e decisioni, che variano dalla totale adesione ad un
modello ideale ai numerosi tipi di compromesso dettati dal condizionamento
pulsionale.
È opportuno notare che nella realtà umana l’unico aspetto
che non trova equivalenti o antecedenti nel comportamento delle scimmie
antropomorfe è dato dalla concezione spirituale della sessualità. Ogni altro
aspetto, come storicamente fu notato già da Desmond Morris ne La scimmia
nuda, può trovare riscontro in questi animali. La ricerca recente ha
evidenziato che l’uso strumentale della motivazione sessuale per ottenere la
soddisfazione di un bisogno primario è impiegato da femmine di scimmia, che si
fingono recettive per ottenere, ad esempio, una radice dolce da un maschio, ma
anche dalle femmine di leone, che possono simulare il desiderio copulatorio per
distogliere un maschio da un pasto di carne e potersene impadronire, deludendo l’aspettativa
sessuale appena creata. Lo stato di motivazione sessuale in un altro membro
della propria specie, con tutto ciò che comporta, sembra essere conosciuto e
sfruttato da questi animali.
Lo studio della motivazione sessuale umana è
oggi in massima parte svolto in seno alle branche della medicina che si
occupano delle sue alterazioni quali sintomi – minore è l’interesse, rispetto
al passato, della sessuologia e delle varie branche della psicologia – e,
generalmente, si tende a identificarla con il desiderio sessuale.
Donald Pfaff e Farid Saad,
della Rockefeller di New York e della Bayer di Berlino, hanno definito lo stato
dell’arte della ricerca in questo campo e delineato le prospettive future, con
un interessante articolo che qui di seguito presentiamo.
(Donald Pfaff & Farid
Saad, Sexual Motivation: Problem Solved and New Problems Introduced. Hormone Molecular Biology and Clinical
Investigation – Epub ahead of print doi: 10.1515/hmbci-2019-0055, Jan 11, 2020).
La provenienza
degli autori è la seguente: Laboratory of Neurobiology and Behavior, The
Rockefeller University, New York, NY (USA); Consultant to Medical Affairs Men’s
Health/Andrology, Bayer AG, Berlin (Germania).
Negli ultimi cinquanta anni, gli studi
sulla motivazione sessuale si sono evoluti dall’inferenza logica e
logicamente richiesta di “variabili intervenienti” per spiegare cambiamenti
comportamentali, alle analisi elettrofisiologiche e molecolari
dei meccanismi responsabili di tali variazioni. Prendendo le mosse da
questo radicale cambiamento di obiettivi di ricerca e livello di analisi, Pfaff
e Saad hanno deciso nel loro studio di ritornare alla concettualizzazione,
integrando le nuove nozioni emerse dalla ricerca analitica in una visione
interpretativa dei fenomeni.
I due scopi principali del loro
lavoro si possono così riassumere: 1) descrivere la logica della motivazione sessuale
in modo tale che la si possa applicare tanto agli animali impiegati nelle osservazioni
sperimentali quanto agli esseri umani; 2) affrontare alcuni dei principali
problemi di motivazione sessuale esperiti da pazienti di sesso maschile (Saad
lavora nel campo dell’andrologia).
Nella prima parte della
rassegna i due autori notano che quando i problemi dei meccanismi motivazionali
sono ridotti al loro nucleo essenziale, come nei modelli animali impiegati nella
ricerca di laboratorio e disponibili per studi di impronta riduzionista, si
possono ottenere soluzioni di certezza.
Nella seconda parte si
osserva che, quando si analizza la motivazione sessuale umana, ed entrano in
gioco i vari determinanti che includono tante diverse linee comportamentali e
tanti stati cerebrali differenti, è molto più difficile trarre conclusioni
definite e non si possono ottenere soluzioni di certezza come accade con i modelli
sperimentali.
Le cinque principali aree individuate
da Pfaff e Saad per la ricerca attuale e futura nel campo della motivazione sessuale
si possono sinteticamente declinare in 5 quesiti sperimentali, qui di seguito
schematizzati.
1) Quali sono i meccanismi che
consentono a fattori culturali e derivati dall’esperienza di interagire con i processi
controllati dall’azione degli ormoni androgeni nella motivazione sessuale
umana?
2) In che modo si possono indagare e analizzare
gli effetti epigenetici sul cervello umano associati alle variazioni della
motivazione sessuale?
3) Quali sono gli effetti sulla
motivazione sessuale di impreviste esperienze traumatiche e stressanti?
4) In che modo tali esperienze traumatiche
e stressanti attivano i meccanismi che disturbano la fisiologica genesi del
desiderio fisico?
5) Quali sono le differenze fra lo
stato motivazionale indotto da ragioni sessuali e le motivazioni indotte da
fame e sete, ossia da bisogni controllati dai sistemi omeostatici?
Le cinque tematiche ci sembrano costituire
un ottimo programma di ricerca neurobiologica per i prossimi decenni; ci
auguriamo che molti laboratori facciano proprie queste tracce, così che si possa
giungere in tempi più brevi a risposte utili per lo sviluppo di nuove strategie
terapeutiche.
L’autrice
della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la
correzione della bozza e invita alla
lettura delle recensioni di studi di
argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare
il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanna Rezzoni
BM&L-01 febbraio 2020
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